Data di pubblicazione: 03 Novembre 2020
Negli ultimi 30 anni in Italia le foreste sono aumentate a un ritmo impressionante. Rispetto al 1990 abbiamo 1 milione di ettari di bosco in più, che equivale a 800 metri quadrati al minuto, tra le più veloci d’Europa. In controtendenza rispetto al resto del mondo, che tra disboscamenti in Amazzonia e incendi in Australia ha visto nel 2019 il suo annus horribilis.
Complici della ricrescita nel nostro Paese le campagne di rimboschimento, il ritorno spontaneo della foresta in campi e pascoli abbandonati, che però significa spopolamento dei territori rurali, e quindi mancanza di controllo da parte dell’uomo, importante per la protezione da disastri ambientali come frane e alluvioni.
Gli alberi sono essenziali per la vita di tutto il pianeta. Forniscono ossigeno, cibo, acqua, contrastano l’avanzata del deserto, sono l’antidoto all’erosione del suolo, assorbono circa un decimo delle emissioni globali di carbonio: un ettaro di foresta può sequestrare fino a 5 tonnellate di CO2 all’anno. Piantare nuovi alberi, e spingere ancor di più l’avanzamento del verde è molto importante. Ma tutelare quelle esistenti lo è ancor di più.
A dirlo sono ricercatori, scienziati e lo stesso Forest Stewardship Council (Fsc), ong internazionale che dal 1993 promuove la gestione responsabile delle foreste, affermando che gli effetti delle azioni di ripristino o reimpianto di alberi potranno essere valutati e misurati solo tra decenni. E le foreste più preziose sono quelle vetuste, ultime roccaforti della grande biodiversità europea. Ce ne sono ancora poche nel nostro continente, e di queste nel nostro Paese ce ne sono dieci, sparse tra Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo e Molise.
Mentre il mercato delle costruzioni negli ultimi anni è sceso, quello della bio edilizia in legno è cresciuto. Purtroppo è ancora una nicchia, perché secondo i dati Ance, su 140 miliardi di euro investiti, il sistema casa di bio edilizia in legno fattura 2 miliardi di euro. A dirlo è Angelo Marchetti, presidente di Assolegno e amministratore delegato di Marlegno, in una recente intervista per Il Giornale.
Secondo Marchetti il costo della casa in legno, a parità di finiture e di prestazioni energetiche è uguale rispetto agli altri materiali, tenendo conto che la struttura in legno è solo una parte della costruzione. Sottolinea poi il vantaggio della riduzione notevole dei tempi di cantiere, perché si lavora a secco, si progetta tutto prima e si va in produzione con ogni elemento già definito.
E i vantaggi nel costruire in legno sono molteplici, in primis la questione ambientale: per produrre materiali detti “a energia grigia”, come il cemento e l’acciaio si produce CO2, mentre il legno (tra i materiali “a energia verde”) è un vero e proprio magazzino di CO2, che stocca durante tutto il suo ciclo vitale. E non solo: come sottolinea il presidente di Assolegno, l legno continua a creare valore economico anche dopo la demolizione, ad esempio producendo truciolato per pannelli e se il ciclo termina può produrre energia o calore in una centrale a biomassa per produrre energia o calore.