Data di pubblicazione: 08 Agosto 2018
Il digitale sta radicalmente trasformando il nostro modo di vivere e lavorare. E la sua onda rivoluzionaria arriva anche nell’edilizia con il BIM, il Building Information Modeling, ovvero la rappresentazione digitale delle caratteristiche fisiche e funzionali di un edificio. Uno strumento che si sta velocemente imponendo a livello globale: nel Nord Europa i serramentisti lo adoperano quotidianamente già da tempo, negli Stati Uniti è uno standard. E anche l’Italia ha introdotto importanti novità rendendo il BIM obbligatorio per partecipare a opere pubbliche (dal 2019 lo sarà per i lavori di importo superiore a 100 milioni di euro, nel 2025 sarà esteso a tutto il sistema dei lavori pubblici).
Ma cos’è il BIM? Certo non un semplice software, è piuttosto un metodo di lavoro che coinvolge tutti gli attori del processo costruttivo, anche i serramentisti. Nuovi strumenti e nuove tecnologie modificano il modo di progettare, archiviare, condividere le informazioni, con l’obiettivo di renderle più smart, intelligenti e interconnesse. «Si parte con una modellazione tridimensionale del progetto e si prosegue inserendo le informazioni riferite a ogni elemento presente, come: valori di trasmittanza dell’infisso e dei vetri, valori acustici, tenuta all’acqua e all’aria, spessori, classificazioni anti effrazione, costi, istruzioni di posa e di manutenzione, e molto altro» – spiega l’ing. Karlheinz Santer, responsabile di Maico Technology, precisando che gli oggetti che si inseriscono nel modello BIM «prendono vita»: se uno di essi viene modificato comunica la modifica agli altri e l’intero modello si aggiorna. Così, una finestra BIM sa perfettamente se può essere posizionata in quel determinato punto e in caso di eventuali incongruenze le comunica al progettista. «Basta un click – assicura il responsabile – e si ottengono tutte le informazioni necessarie per capire se un infisso è stato posizionato correttamente o meno. In questo modo il processo è più rapido, efficiente e performante».
Per far sì che gli elementi realizzati dai vari fornitori e inseriti nel progetto possano comunicare tra di loro, dando informazioni chiare, è necessario utilizzare specifici software. Il formato riconosciuto come standard è l’IFC. Per un serramentista, l’iter ideale sarebbe modellare la finestra BIM partendo da un file proveniente dai CAD utilizzati dal reparto produzione: si utilizza il modello CAD/CAM/ PDM e poi lo si converte in un file IFC. Altrimenti si possono utilizzare disegni 2D in formato cartaceo o digitale (PDF/DWG) o creare l’oggetto da zero, se non ci sono altri dati di partenza. Si ha così la parte grafica a cui si aggiungono le informazioni che fanno della finestra un «oggetto intelligente».
«I vantaggi ottenibili dall’uso del BIM sono numerosi: il processo decisionale è più rapido e preciso, i controlli e le simulazioni avvengono in maniera automatica, così come la produzione degli elaborati grafici e della documentazione di progetto, si riducono gli errori e l’organizzazione diventa più snella ed efficiente» – chiarisce l’ing. Giada Malacarne, collaboratrice scientifica di Fraunhofer Italia ed esperta BIM.
E aggiunge: «I serramenti richiedono una sofisticata progettazione e un’attenta collaborazione tra tutti coloro che concorrono alla realizzazione di una stessa costruzione. È importante, infatti, che ciascun serramento si collochi esattamente dove previsto al momento opportuno, senza interferire con gli altri sistemi edilizi. La progettazione e il coordinamento tradizionali sono però spesso soggette a errori dovuti alla complessità nella gestione del processo di installazione dei serramenti che è vincolato ad attività di cantiere eseguite da altre ditte, a ritardi dovuti a un disallineamento tra produzione delle componenti e installazione in cantiere, a un’alta intensità di lavoro che si basa su lunghi tempi di ciclo di fornitura delle materie prime, di produzione del serramento e di trasporto ed installazione in cantiere. Il BIM affronta questi problemi in quanto consente la costruzione virtuale e il coordinamento tra tutti i sistemi dell’edificio prima di produrre ciascun elemento».
Un’innovazione dalle grandi potenzialità, dunque, ma che potrà esprimersi al meglio solo se sarà associata a un cambiamento di mentalità e a una riorganizzazione del proprio modo di lavorare, promuovendo la collaborazione tra le persone e lo scambio di dati e di informazioni.