Data di pubblicazione: 26 Ottobre 2021
Le grandi coltivazioni, gli allevamenti e le città in continua crescita: tre elementi fondamentali che hanno fatto espandere l’uomo in ogni angolo della terra. Tre elementi, però, che hanno fatto diminuire drasticamente la quantità di aree selvatiche, in cui la natura può prosperare. Nel ventunesimo secolo (oltre alla perdita di territorio, complici anche inquinamento e riscaldamento globale) la biodiversità è fortemente calata: gli scienziati parlano di sesta estinzione di massa. Quando si pensa ai danni dell’uomo sulla terra, si pensa subito alle città, luoghi antropizzati per eccellenza. Negli ultimi anni si sta cercando di ribaltare questa idea, creando dei veri e propri santuari per la flora e la fauna all’interno dei territori urbani: in un recente articolo, The Guardian ha riportato dieci delle migliori idee che possono aiutare la biodiversità a prosperare.
Mantenere la connettività dell’habitat e ridurre il conflitto uomo-animale. È l’obiettivo della dozzina di ponti e passaggi alberati per la fauna selvatica (presenti anche in Italia) costruiti nella città canadese di Edmonton. Uno dei più grandi è un ponte di 30 metri vicino a Big Lake nel nord-ovest della città, progettato per essere un corridoio per alci e altri ungulati. I ponti più piccoli includono passaggi speciali per salamandre e rane in modo che possano evitare la strada mentre si spostano tra le zone umide e la foresta. Un altro grande esempio è Los Angeles, dove il più grande ponte per la fauna selvatica del mondo si estenderà sulla Highway 101 a 10 corsie nel tentativo di proteggere l’habitat del leone di montagna.
Wuhan una volta era conosciuta come “la città dei cento laghi”, ma la maggior parte è stata asfaltata con la crescita della popolazione. Nel 2016 circa dodici persone sono morte a causa delle inondazioni. Oggi la città ha abbandonato quasi del tutto le barriere fisiche tradizionali, avvicinandosi a un approccio più basato sulla natura: pavimenti permeabili, giardini di pioggia, stagni artificiali e zone umide. Progetti che sono costati 600 milioni di dollari in meno rispetto all’aggiornamento delle attuak La città è stata la prima delle oltre 30 «città spugna» in Cina.
I caracal – conosciuti anche come lince del deserto – sono l’ultimo grande predatore rimasto nella penisola del Capo. Sono creature solitarie ed elusive che si vedono raramente, ma presenti in molte riserve naturali di Città del Capo, così come in tenute e vigneti. La maggiore causa di mortalità di questo felino è l’impatto con le automobili, che causa fino al 70% delle morti. Il progetto Urban Caracal ha lo scopo di difendere questi animali. I volontari catturano, marcano e mettono il radiocollare gli individui per capire meglio come si muovono nel paesaggio urbano. Gli attivisti hanno collaborato con un artista locale per creare opere d’arte e cartelli stradali nei punti caldi della città per aumentare la consapevolezza.
800 alberi, 15mila piante da terra e 5mila arbusti, posti su due torri di 80 e 112 metri, che forniscono la stessa quantità di vegetazione di 30mila metri quadrati di bosco. È il Bosco Verticale di Milano, ideato dall’architetto Stefano Boeri e inaugurato nel 2014. Le piante, che attirano 1600 specie di uccelli e farfalle, sono state scelte per adattarsi perfettamente all’inconsueta location, e sono tagliate in modo da non ostacolare la vista dei residenti. L’architetto ha poi creato dei progetti per costruire la prima Forest City del mondo a Liuzhou, in Cina.
Un sobborgo della capitale del Costa Rica, San José, ha dato la cittadinanza agli impollinatori e alle piante native nel tentativo di creare un paradiso per la fauna selvatica. Il quartiere di Curridabat è ora conosciuto come “Ciudad Dulce” (Città dolce), dove la piantumazione diffusa di specie autoctone assicura cibo e riparo per gli impollinatori. Gli spazi verdi sono trattati come infrastrutture e incorporati nella pianificazione urbana. Nel 2016, la “città dolce” è diventata una politica pubblica, e da allora le autorità si sono concentrate su iniziative come migliorare la salute del suolo, piantare specie native, gestire meglio l’acqua, rendere più facile camminare e dare alle persone l’accesso a cibo sano.
Nel 2016, un club di bowling su prato a 5 km dal quartiere affari di Sydney è stato convertito in una fattoria urbana dal gruppo Pocket City Farms. L’orto di 1.200 metri quadrati con la sua unità di compostaggio di 16 metri quadrati a Camperdown è usato per coltivare cibo biologico locale e per educare la gente a mangiare sano. La fattoria ha anche alveari e una serra per le piantine. Durante il lockdown del 2020, gli ordini online sono aumentati da due a quindici giorni a più di 25 a settimana. Altre fattorie comunitarie in Australia includono la Sydney City Farm, la fattoria urbana Green Connect a Wollongong, e Popes Produce, una fattoria urbana nell’Illawarra.
Come può uno spazio di cemento, nel centro di Dodoma, Tanzania – città molto soggetta a siccità – diventare un parco urbano pieno di piante e alberi? Con il recupero e il riutilizzo delle acque grigie. Acqua relativamente pulita che è stata usata in apparecchi da cucina come lavatrici e lavandini, ma non abbastanza pulita da essere bevuta. Il riciclaggio di quest’acqua – che quasi sempre viene sprecata – ha trasformato la piazza Nyerere in uno spazio verde, che funge da riparo per le persone e da habitat per gli impollinatori.
La Germania ospita 580 specie di api selvatiche, 300 delle quali si trovano a Berlino, più della metà delle quali sono in pericolo o a rischio di estinzione. Per questo la capitale tedesca sta creando più di 50 giardini selvaggi al costo di 1,5 milioni di euro come parte di uno sforzo maggiore per salvare la biodiversità. Più di 100 prati di fiori selvatici sono stati piantati nelle più grandi città tedesche negli ultimi tre anni, dopo una petizione bavarese per la salvaguardia delle api, che ha ottenuto 1,75 milioni di firme. La petizione è stata creata a seguito di una ricerca del 2017, che ha evidenziato la perdita del 75% degli insetti volanti dal 1989.
Collegare persone di diversa provenienza, creare comunità sostenibili e incoraggiare la gente a mangiare cibo sano e fresco. È lo scopo del progetto Los Angeles Community Garden Council, che gestisce 42 orti comunitari e dà consigli e workshop per altri 125, servendo più di 6.000 famiglie. Negli orti tradizionali, le persone affittano un appezzamento per coltivare il cibo per se stessi; negli orti educativi, invece, si insegna alle persone il giardinaggio e il mangiare sano; nelle fattorie urbane, i volontari coltivano verdure da vendere al mercato o da dare alle persone in difficoltà.
Disponibilità di edifici alti dove possono nidificare, alla disponibilità di cibo (piccioni e parrocchetti) e alla libertà dalla persecuzione umana. Sono i tre ingredienti principali che permettono ai falchi pellegrini di riprodursi a Londra. Ora ci sono 30 coppie in tutta la città. Anche grazie alla legge che protegge gli uccelli: i lavori di manutenzione devono essere fatti da agosto a gennaio, al di fuori della loro stagione riproduttiva. Uno dei primi siti di nidificazione di questi rapaci a Londra fu sulla centrale elettrica di Battersea. Con un costo di più di 100mila sterline, è stato creato un nido alternativo per loro sulla cima di una torre appositamente costruita come parte della riqualificazione.