Data di pubblicazione: 02 Ottobre 2018
Gli ultimi dieci anni, per il settore dei serramenti, sono stati di profondo cambiamento, i prossimi dieci saranno ricchi di sfide. La crisi economica, infatti, ha portato una selezione «forzata» tra gli operatori del serramento, permettendo solo alle imprese più reattive e più votate all’innovazione di aggiudicarsi una fetta del nuovo mercato. Un contesto in cui si sono andate delineando nuove tendenze che oggi impongono ai serramentisti un ulteriore salto di qualità, per trasformarsi da artigiani specializzati a veri e propri consulenti del serramento nell’epoca di Industria 4.0.
A offrire un chiaro identikit di settore è il primo Rapporto congiunturale previsionale sul mercato dei serramenti stilato da Cresme nel 2017 e riferito al periodo 2012 – 2015. Negli anni considerati, il settore ha perso complessivamente l’8,7% delle imprese e il 13% degli occupati: molte storiche aziende hanno dovuto chiudere i battenti a causa della riduzione notevole di unità di finestre vendute (si è passati dalle 9 milioni del 2008 alle 5,7 milioni del 2015, ovvero -37%) a cui si è aggiunta la concorrenza al ribasso di Paesi come Romania e Polonia. Il mercato si è così parcellizzato con pochi grandi marchi e tante piccole imprese, sia a livello produttivo che distributivo.
Nell’anno 2015, in particolare, secondo il Rapporto Cresme, le imprese attive erano 107.151 con 291.981 addetti, di cui 145.666 nella produzione, 81.213 nell’istallazione e 65.102 tra riparazione e manutenzione di prodotti in metallo (cassaforti, forziere e porte metalliche blindate) e commercio all’ingrosso di materiali da costruzione. Le unità locali erano 116.423 e tra queste 112.000 avevano meno di 10 addetti. I produttori, nello specifico, contavano in media 3,5 addetti, gli istallatori circa 1,6 addetti. Ad aver risentito maggiormente della crisi, sono stati gli istallatori di serramenti che hanno perso il 12% delle imprese e il 14% degli addetti. Positivo, invece, il bilancio delle imprese che eseguono attività di manutenzione di prodotti in metallo, aumentate del 13% tra il 2012 e il 2015 (l’unica attività che ha mantenuto stabile il numero di addetti). Quanto alle forme societarie, oltre 71 mila delle 107.151 imprese sono ditte individuali o liberi professionisti. Tra gli istallatori, tale forma societaria raggiunge l’85%. Le società di persone sono invece più rappresentate tra le imprese specializzate nella produzione, in particolare tra quelle che realizzano porte e finestre in legno, di cui rappresentano il 28%. Le società a responsabilità limitata, invece, sono rilevanti soprattutto tra i grossisti di materiali. Infine, molto poco rappresentate sono le società per azioni e le cooperative.
Ma, come si diceva, la crisi economica oltre ad aver provocato un mutamento strutturale del settore, ha anche riorientato la domanda dei consumatori che hanno iniziato a prestare sempre più attenzione all’isolamento termico del serramento – anche a seguito degli incentivi fiscali per finestre performanti -, alla qualità della posa in opera e alla sicurezza. Il mercato ha infatti registrato un aumento di richieste legate alle finestre «sicure», ovvero capaci di offrire una sicurezza antieffrazione certificata, come nel caso del progetto GuardianAngel di Maico.
E il futuro? «Ci porterà sempre di più verso le Smart Home e il comfort abitativo – dichiara Alex Schweitzer, Responsabile Marchio e Servizio Clienti di Maico, precisando che per comfort abitativo si intende una pluralità di fattori, dall’umidità della stanza ai ponti termici. Aspetti che possono essere affrontati solo se il serramentista sarà in grado di diventare un vero e proprio consulente – La competenza è oggi più che mai importante. Il serramentista deve dimostrare non solo di saper fare tecnicamente bene il proprio mestiere, ma anche di essere in grado di interfacciarsi con i clienti, di capire le loro esigenze, di dare il consiglio giusto». Dunque, deve saper comprendere e in molti casi anticipare le esigenze di un mercato sempre più orientato verso l’innovazione digitale e l’automazione. E sono già numerose le sperimentazioni realizzate in questo campo: si pensi alle finestre con sensori antieffrazione, alle ante motorizzate o alle smart windows che regolano il raffrescamento e il riscaldamento delle abitazioni, garantendo comfort e benessere a chi vi abita. Ma non è che l’inizio.
«Sta andando a definirsi un nuovo livello del sistema finestra: come negli anni ’80 siamo passati dal serramento con ferramenta applicata esternamente alla ferramenta interna, con cambiamenti importanti nella profilatura e nei processi produttivi, così oggi stiamo assistendo a nuove, importanti, svolte nel settore. Le prime tendenze si sono potute già visionare alla Fiera “Fensterbau” di Norimberga dove Maco ha presentato due nuovi concetti per i portoncini d’ingresso e per le finestre del futuro» – chiarisce Schweitzer, ricordando anche che Maico ha avviato numerosi percorsi formativi, tra cui “Smart Revolution – I serramenti intelligenti e la domotica” e “Gli strumenti digitali nel mercato del serramento”, entrambi realizzati con il consorzio Legno Legno. Si tratta di corsi che mirano ad accompagnare il serramentista all’incontro con le nuove sfide del settore, per far sì che possa fondere le sue competenze tradizionali con quelle più innovative, comprendendo sia come meglio supportare i clienti sia come promuovere la propria attività proprio attraverso il digitale. Inoltre, Maico Academy propone corsi di formazione che aiutano serramentisti, posatori e rivenditori a essere sempre aggiornati suoi temi più attuali del settore, da come posare un infisso a regola d’arte a come prevenire la muffa con una termocamera, passando per l’uso di rilevatori igrometrici, di programmi software per l’individuazione di ponti termici e molto altro ancora. «La cosa straordinaria di questa fase storica – conclude Schweitzer – è che il cambiamento in corso può essere un’opportunità per tutti noi. Basta non smettere mai di formarsi e non perdere la voglia di innovare».