Data di pubblicazione: 23 Maggio 2018
Il periodo più buio per il settore dei serramenti è terminato. Come certificato dall’ultimo rapporto Unicmi, Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei Serramenti, nel 2017 la domanda complessiva di serramenti ha raggiunto un valore di oltre 4 miliardi di euro, di cui 2,8 nel settore residenziale e 1,7 in quello non residenziale, e nel 2018 potrebbe crescere ancora, con un ulteriore aumento della domanda di circa 4,65 milioni di euro. «Le prospettive di mercato sono moderatamente ottimiste», conferma Wolfgang Reisigl, amministratore delegato di Maico. Che però avverte: «È giunto il momento di spostare l’attenzione da una crescita quantitativa a una qualitativa».
Gli anni della crisi hanno costretto molte imprese a competere utilizzando logiche di sopravvivenza, fatte di prezzi al ribasso e di pochi investimenti in innovazione. Ne è una dimostrazione la crescita di fatturato registrata dal comparto del Pvc, la cui quota di mercato tra il 2008 e il 2017 è passata dal 16% al 28,5%. L’alluminio, invece, pur subendo una lieve diminuzione, dal 2016 in poi si è stabilizzato intorno al 36%, mentre il legno è stato il materiale che più ha risentito della crisi, passando dal 45% al 35,5%.
Confrontando le quote di fatturato con quelle per unità di finestre, si manifestano le differenze del prezzo di vendita per unità di prodotto. La quota di PVC per fatturato è 28,5%, per unità di finestre è 37,6%. La quota legno per fatturato è il 35%, per unità di finestre è il 29,7%. La quota di alluminio per fatturato è il 36%, per unità di finestre il 32,6%. «Nel PVC prevale la funzionalità alla personalizzazione, è un materiale che ha meno bisogno di manutenzione, risponde a un’esigenza primaria e, di conseguenza, avendo costi più contenuti, per molte persone è stato più accessibile durante gli anni della crisi», rileva Reisigl, precisando che questo segmento gode di una struttura produttiva e distributiva particolarmente efficace nel rinnovo mentre il legno è sempre stato più legato al mercato del nuovo, distinguendosi per una maggiore capacità di personalizzazione e, dunque, per costi più alti. La tendenza per il futuro, però, sarà per tutti i materiali, anche per il Pvc, la differenziazione. «Capisco che per il Pvc può essere più difficile innovare, ma è fondamentale riuscire a farlo. La ripresa quantitativa non è abbastanza forte per consentire la crescita di fatturato e di marginalità necessaria. Solo aumentando il valore aggiunto di ogni singolo prodotto possiamo costruire un futuro più solido», conferma Reisigl.
Il mercato dei serramenti metallici, in particolare, ha imboccato la ripresa a partire dal 2015 trainato dal settore del recupero e beneficiando, oggi, anche della ripresa delle nuove costruzioni, sia residenziali sia non residenziali (terziario avanzato e commerciale). Un trend che è destinato a perdurare per il prossimo biennio tanto che per il 2018 si prevede un’ulteriore aumento del valore del mercato che supererà quota 1,5 miliardi di euro. Parliamo di un settore in cui i costruttori di serramenti realizzano la parte principale del loro fatturato mediante la vendita di finestre in alluminio (47,4%) e hanno come mercato di riferimento quello del recupero edile (la sostituzione dei serramenti incide per il 42%). Il cliente di riferimento, infatti, è costituito da privati che assorbono il 57% delle vendite.
I produttori di serramenti metallici sono per lo più aziende di piccole e medie dimensioni (nel mercato italiano operano circa 2.000 società di capitali di cui solo 500 con oltre 1 milione di euro di ricavi) che hanno adottato un modello di business basato su un’offerta ampia e diversificata, in grado di raggiungere diversi segmenti di mercato. Le aziende serramentistiche relativamente strutturate sono circa 250 con ricavi medi di 3 milioni di euro. Ma c’è una cosa che dovrà accomunare tutte loro: l’innovazione, appunto. «L’innovazione potrà declinarsi in varie forme – precisa Reisigl – dal design di prodotto alla domotica, passando per i sensori integrati per la sorveglianza e per la gestione energetica fino alle finestre e alle serrature motorizzate. Senza dimenticare i servizi. Noi di Maico, ad esempio, usiamo da tempo l’Internet e i sistemi digitali nei processi di lavoro, supportiamo i nostri clienti con consulenze dei test in cantiere e in laboratorio, gestiamo in remoto il magazzino sia nostro che dei clienti, abolendo completamente la carta, e usiamo mezzi digitali per ordinare e fare preventivi. Servizi che fino a qualche tempo fa erano inimmaginabili ma che oggi fanno la differenza».
E in questo scenario anche il serramentista dovrà fare un salto di qualità, per diventare oltre che un tecnico specializzato, un vero e proprio consulente, nonché un ambasciatore di tali innovazioni. «È fondamentale – ricorda Reisigl – che i serramentisti facciano conoscere questi prodotti innovativi ai loro clienti. Uno sforzo in più nel fare informazione e nel farli toccare con mano nei vari show room è ciò che oggi può fare la differenza».
Puntando sulla qualità e sulla differenziazione del prodotto, per altro, sarà possibile anche mettere all’angolo il fenomeno del ribasso sui prezzi, influenzato anche dalle importazioni. Tendenza questa registrata soprattutto nel Pvc in cui le importazioni di serramenti nel 2017 hanno raggiunto i 98 milioni di euro.
Inoltre, a incidere nei volumi di mercato (il Pvc si attesta al 36,7%, l’alluminio al 33% e il legno al 30%) sono stati anche gli incentivi fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici. Tale misura ha generato nel 2017 vendite cumulate per oltre 1,36 miliardi di Euro, con 660 milioni di euro di vendite per il Pvc, 540 milioni per i serramenti in alluminio e la restante parte per il legno.
Infine, guardando alla possibilità di espandere il proprio business fuori confine, l’ad Reisigl avverte: «l’export può essere una strada percorribile solo per le aziende più strutturate, con interlocutori validi all’estero, capaci di dare una continuità alla loro presenza sul posto. L’internazionalizzazione non si improvvisa: per riuscirsi, serve professionalità».
(Ringraziamo Gruppo Finestre per la concessione delle immagini)